7 Luglio 2025
News

26 giugno 2025 – Giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura.

Roma. Il 26 giugno 1987 entrò in vigore la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti grazie alle Nazioni Unite, che istituirono poi, dieci anni dopo, il 26 giugno come la Giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura tramite la Risoluzione del 12 dicembre 1997. Questa Convenzione trova le sue fondamenta nell’ Art. 5 Dichiarazione dei Diritti Umani, il quale stabilisce che: “Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli, inumani e degradanti”. Ma cosa si intende per tortura? Esiste una definizione universalmente riconosciuta? Secondo l’EMN (European Migration Network), si può definire tortura: “Qualsiasi atto con il quale sono inflitti a una persona dolori o sofferenza acute, fisiche o psichiche, segnatamente al fine di ottenere da questa, o da una terza persona, informazioni o confessioni, di punirla per un atto che ella o una terza persona ha commesso, o è sospettata di aver commesso, di intimidirla o di esercitare pressioni su di lei o di intimidire o di esercitare pressioni su una terza persona, o per qualunque altro motivo basato su una qualsiasi forma di discriminazione, qualora tale dolore o tali sofferenze siano inflitti da un funzionario pubblico o da qualsiasi altra persona che agisca a titolo ufficiale, o sotto sua istigazione, oppure con il suo consenso espresso o tacito. Tale termine non si estende al dolore o alle sofferenze derivati unicamente da sanzioni legittime, ad esse inerenti o da esse provocate.” Oltre alle tecniche di tortura più antiche (come, ad esempio, l’utilizzo del rogo nel Medioevo), sono state sviluppate tecniche più moderne, come ad esempio:

Stress position: La persona viene forzata a mantenere una posizione scomoda per lunghi periodi.

Privazione sensoriale: L’uso dell’isolamento, la privazione di cibo o sonno, la luce accecante o il suono assordante.

Waterboarding: Simulazione di annegamento per indurre il massimo della sofferenza senza uccidere la vittima.

 Tecniche psicologiche avanzate: Manipolazione mentale, minacce, e altri metodi di coercizione psicologica per far confessare la vittima senza infliggere danni fisici evidenti. Questo tipo di tecniche in particolare è stato definito come “tortura bianca”, adoperata per non lasciare tracce ed effetti visibili sulle vittime.

A livello psicologico, questi tipi di torture modificano ampiamente la percezione del torturato, mirando ad annichilirlo e isolarlo. Spesso, ne conseguono stati psicotici o disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Il trattamento con tali pazienti è un processo molto delicato che richiede particolare attenzione per evitare “trigger” che rievochino il trauma vissuto, portando ad un ulteriore isolamento del paziente. Per qualsiasi informazione in merito potete contattare il Dipartimento Salute e Benessere del SIM, chiamando al numero 3331829832 o scrivendo all’e-mail psicologiamilitare@simcarabinieri.cc

SIM CARABINIERI

Dipartimento salute e benessere

Responsabile Dott.ssa Laura Seragusa

Caterina Principe – Chiara Galatà – Samuele Bove – Annarita Marzulli – Elisa De Cecco – Chiara Sollazzo – Ginevra De Mei – Ilaria Lorini

#maipiùsoli

Rispondi