20 Aprile 2024
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Emergenza Coronavirus: consigli utili per i Carabinieri.

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Foto: Linee guida odierne da Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria
Ufficio Prevenzione delle Malattie Trasmissibili e profilassi internazionale.

I coronavirus rappresentano una famiglia di virus molto noti nel settore biomedico per essere i principali responsabili di patologie che vanno dal semplice raffreddore ad infezioni più aggressive come, non per ultima, la Sindrome Respiratoria Acuta Grave – SARS (che provocò il totale terrore nel 2003) o come la Sindrome Respiratoria del Medio Oriente (MERS).

Il ceppo virale odierno è il 2019-nCov (nuovo Coronavirus), la cui sequenza virale è simile per oltre il 76% al DNA del virus della SARS, che infettò oltre 8 mila persone nel 2003 con una mortalità del 10%. Il tasso di mortalità di 2019-nCoV è invece contenuto, per il momento, e si appresta intorno al 3%. Il tutto sempre sperando che nel frattempo non si verifichino mutazioni nel genoma virale che ne potrebbero comportare un aumento della patogenicità: quindi un incremento del tasso di mortalità. Tralasciando quali possano essere le reali cause della genesi di questo nuovo ceppo, a nostro parere ben distanti dalla teoria serpente-pipistrello, i consigli utili per tutti i colleghi che giornalmente devono fattivamente relazionarsi con il pubblico all’esterno e, quindi, i maggiori a rischio contagio oltre agli operatori sanitari, potrebbero essere i seguenti:
– mantenere costante l’igiene delle mani lavandole spesso con acqua e sapone o utilizzando soluzioni alcoliche;
– se si interagisce con soggetti ipoteticamente infetti fare in modo che non starnutiscano o tossiscano liberamente, in modo incontrollato, senza l’ausilio di un fazzoletto a protezione della bocca o di una mascherina (se disponibile). L’utilizzo di fazzoletti o mascherine, infatti, blocca l’effetto aerosol dovuto a starnuti o tosse, che rappresenta l’effettivo motivo di contagio. Alternativa che vi consigliamo, in caso non siate provvisti di quanto descritto, è l’utilizzo dell’avambraccio per mezzo del gomito flesso: questo ridurrà emissione di goccioline di saliva;
– eliminare i fazzoletti o le mascherine utilizzate in un sacchetto che dovrà essere sigillato (anche per mezzo di un nodo all’estremità);
– lavare sempre le mani, e lo ribadiamo nuovamente, dopo ogni operazione effettuata;
– evitare il contatto ravvicinato, quando possibile, con chiunque mostri sintomi di malattie respiratorie come tosse e starnuti.
Si rammenta che l’utilizzo di mascherine può attenuare la possibilità di contagio; la finalità circa l’utilizzo di tale dispositivo potrebbe comunque limitare la possibilità di essere contagiati e soprattutto di contagiare: quindi dovrebbe essere indossata da chi pensa di essere infetto, con la particolare precauzione di evitare il crearsi di fessure lungo il perimetro della mascherina. Di fatto, le uniche mascherine che possono essere efficaci conto il contagio sono quelle di categoria, almeno, FFP3. Per qualsiasi ulteriore approfondimento consultare i seguenti siti:

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/trasmissione-prevenzione-trattamentohttp://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/homeNuovoCoronavirus.jsphttps://www.ecdc.europa.eu/en/coronavirushttps://www.who.int/health-topics/coronavirusA cura del:
Mar. Ord. CC Dott. Giovanni MARCI’ – Biologo Molecolare- Specialista in Patologia Clinica – Dottore di Ricerca in Fisiopatologia.
Dott.ssa Dafne BONGIORNO – Assegnista di Ricerca in Microbiologia presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche – BIOMETEC- dell’Università Di Catania – Specialista in Microbiologia e Virologia – PhD in Discipline Microbiologiche.

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