20 Aprile 2024
NewsPillole di previdenza

PIL, pensioni e misura del benessere di un paese

Continuano i nostri appuntamenti con Pillole di Previdenza: il nostro Presidente Giuseppe Bonadonna intervista e il nostro esperto, il Professore Francesco Vallacqua, risponde.

Antonio Serpi
Segretario Generale Nazionale SIM Carabinieri

 

 

Il Presidente:
carissimo Professore eccoci ad un nuovo appuntamento con la nostra rubrica; iniziamo subito dicendo che la misura del benessere di un paese è legata a quello che viene chiamato PIL (prodotto interno lordo) che, semplificando al massimo, rappresenta il valore dei beni e servizi prodotti in un anno in un paese. Le pensioni sono ormai strettamente legate a tale parametro. In particolare è il metodo di calcolo contributivo quello maggiormente influenzato da tale parametro.
Il Professore:
assolutamente sì, il metodo contributivo come detto il capitale versato produce un rendimento composto, a un tasso legato alla dinamica quinquennale del PIL appositamente calcolato dall’Istat con riferimento al quinquennio precedente l’anno da rivalutare. La rivalutazione dei contributi in base all’andamento del PIL fa sì che, quando il prodotto interno cresce in misura minore rispetto agli anni precedenti, minori sono le risorse a disposizione del sistema previdenziale, consentendo di evitare che il debito previdenziale cresca indipendentemente dall’andamento della disponibilità di risorse da parte dell’economia nazionale.
Ma come si noterà l’andamento dell’economia impatterà anche sull’importo della pensione che si riceverà.
Sul punto il dl 65/2015 a fronte di una la media negativa della variazione quinquennale del PIL ha cristallizzato la perdita nell’anno 2014 per le pensioni decorrenti dal 2015 stabilendo che il montante contributivo non dovesse essere svalutato applicando, un tasso di rivalutazione pari ad 1.

Il Presidente:
possiamo dire che tale situazione data l’avversa congiuntura economica legata ai recenti eventi Covid19 è probabile che si riproporrà con tutta evidenza.
Il Professore: sì, la norma prima citata prevedeva che la mancata svalutazione del montante andava recuperata nell’anno successivo, ma in sede di prima applicazione della misura, fu deciso di non procedere in tal senso. Tuttavia qualora si dovesse riverificare nuovamente una variazione quinquennale del PIL negativa si dovrebbe (salvo ulteriori modifiche normative) procederebbe al recupero sulle capitalizzazioni positive successive.
A questo punto occorre chiedersi se il PIL è ancora un indicatore valido di ricchezza nella misura in cui ad esempio computa la quantità e non la qualità (es.: aumento del traffico implica aumento del PIL, perché si consuma più benzina, ma non necessariamente del benessere) inoltre non include le esternalità negative (se un paese cresce più del nostro ma lo fa distruggendo l’ambiente più di altri, ciò non gli viene scomputato dal PIL) .

Il Presidente:
in altre parole un paese ricco non necessariamente è un paese in cui vi è un benessere ben redistribuito o che non impatta negativamente sugli altri.
Il Professore:
forse è il caso (come già proposto da eminenti economisti quali Sen, Stiglitz, Fitoussi ecc.) di agganciare la misurazione della ricchezza di un paese anche ad altri elementi che ad esempio diano un valore anche alla salute ed al tempo libero e penalizzino le esternalità negative. Gli studi, le commissioni, e gli indicatori alternativi in tal senso non mancano. Quello che manca è il coraggio di accettare che non si vive solo di produttività ma che anche altri elementi della vita hanno un valore e di conseguenza di agganciare il rendimento, anche delle pensioni, ad indicatori socialmente più sostenibili. Una proposta potrebbe essere di pubblicare ogni anno, da parte degli organi competenti, due PIL uno tradizionale ed uno “socialmente corretto” per verificare lo scostamento tra i due ed indirizzare i governanti di conseguenza.

Il Presidente:
Carissimo Professore grazie, un saluto a lei e ai nostri associati.

 

SIM CARABINIERI
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Il Presidente Giuseppe Bonadonna
Il Professore Francesco Vallacqua
Docente di Economia e Gestione delle Assicurazioni vita e dei fondi pensione Univ. L. Bocconi., Socio Benemerito ANC. 

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