TRA REALTA’ E FANTASIA: QUANDO SI E’ VITTIMA DEL GASLIGHTING?
Roma. Il gaslighliting è una forma di manipolazione mentale violenta che consiste in una distorsione della comunicazione, con l’obiettivo di modificare la percezione di sé e della realtà nei confronti della vittima. Il gaslighliting può considerarsi una manifestazione di violenza psicologica subdola e nascosta che si basa su affermazioni e manipolazioni dette dal gaslighter, il manipolatore, nei confronti della persona abusata tali, da passare come verità assolute. Tale meccanismo si verifica in una relazione tossica caratterizzata da dipendenza e sottomissione, nella quale la vittima vede compromesse le proprie capacità di prendere decisioni e analizzare la realtà in maniera lucida. Il termine gaslighting è nato da una pellicola italiana del 1944 intitolata “Angoscia” e racconta la storia di un marito che cerca di minare l’integrità psicologica della propria moglie operando piccoli spostamenti nella loro abitazione. Si tratta di un abusante che manipola le persone e presenta tratti narcisisti di personalità. Inoltre, può essere anche fisicamente violento, e può avere un comportamento passivo-aggressivo. È una persona dotata di intuito e grande capacità di strategia e mancanza di empatia, in grado di passare per vittima, pur essendo carnefice, e non accetta richieste esterne, considerando il proprio punto di vista e i propri bisogni, come una realtà assoluta. Tali comportamenti possono ledere l’autostima della vittima, ponendola in uno stato di sudditanza e facendola sentire emotivamente distrutta. Tali reazioni non fanno altro che aumentare il senso di superiorità del carnefice, sfruttando e dominando la persona a suo piacimento. Il gaslighting non si verifica solo in relazioni di coppia, come può essere un matrimonio, ma anche un genitore troppo autoritario può comportarsi con un atteggiamento iperprotettivo nei confronti dei figli e questo creerà una relazione basata sul senso di colpa, sulla deresponsabilizzazione e protezione eccessiva. Come riconoscere il gaslighting? Appare abbastanza facile riconoscerlo, in quanto il suo comportamento ha sempre come scopo quello di rendere la vittima dipendente.
Tuttavia, l’andamento del gaslighter può essere suddiviso in tre fasi:
- La prima fase consiste nella distorsione della comunicazione. La vittima si trova partecipe di conversazioni in cui si alternano silenzi ostili a comportamenti manipolatori.
- Nella seconda fase la vittima prova a dimostrare al suo carnefice che le parole che dice non corrispondono alla realtà, e prova a modificare i suoi comportamenti.
- Nella terza e ultima fase la vittima inizia a convincersi che tutto quello che le viene detto dal gaslitgher corrisponda alla realtà, entrando così in una fase depressiva, caratterizzata da forte dipendenza ed estrema vulnerabilità.
I comportamenti che caratterizzano tale forma di manipolazione sono: bugie costanti, deviazione degli argomenti di discussione, disprezzo nei confronti della vittima con ricorso all’ironia, manipolazione affettiva, silenzio passivo-aggressivo e negazione dell’evidenza. Le vittime di tali manifestazioni sono generalmente persone che hanno una bassa autostima di sé, che hanno subito dei traumi, persone con buona fede e fiducia negli altri e con una buona dipendenza emotiva. Le vittime possono avere delle conseguenze gravi a livelli psicologico come, ad esempio, iniziare a dubitare della propria memoria, della propria sanità mentale e della loro percezione, domandandosi se i loro ricordi del passato siano reali oppure no. In particolare, la vittima sviluppa una forte dipendenza dal carnefice considerandolo come una figura guida, un punto di riferimento da cui trarre insegnamento e crescita personale. Questa forma di manipolazione causa una serie di disturbi psicologici, come ansia e depressione, che potrebbero portare allo sviluppo di un trauma psicologico. Si possono verificare inoltre problemi come dissonanza cognitiva e paranoia, in quanto la vittima vive continuamente tra realtà e fantasia. Per qualsiasi informazione in merito potete contattare il Dipartimento Salute e Benessere del SIM, chiamando al numero 3331829832 o scrivendo all’e-mail psicologiamilitare@simcarabinieri.cc
SIM CARABINIERI Dipartimento salute e benessere
Responsabile Prof.ssa Laura Seragusa
Chiara Galatà – Samuele Bove – Elisa De Cecco – Chiara Sollazzo – Ginevra De Mei – Ilaria Lorini
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