5 Ottobre 2024
EditorialiNews

Lavoro: ordinario eppur straordinario!

Anche noi abbiamo ricevuto le recenti circolari in tema di lavoro straordinario. Le abbiamo lette, rilette, commentate.

Se ci fermassimo un attimo sulla etimologia del termine, comprenderemmo già che si tratta di qualcosa che va al di là dell’ordinario, ove il prefisso “stra” assume un valore modale superlativo. Possibile che chi ha scritto le ultime circolari sullo “stra – ordinario” non sappia che in molti reparti, questo, costituisce l’ordinario? La normalità? La cronicizzazione di qualcosa che non puoi risolvere di certo con una/due circolare dal sapore di: “abbiamo scritto ed abbiamo messo la pratica apposto”. Certo, se ci fossero uomini e donne a sufficienza, a nessuno verrebbe richiesto di fare qualcosa di “stra – ordinario” per sopperire ad un deficit organico ormai costante. Possibile che nessuno sappia che in molti reparti, neanche con lo sforzo stra-ordinario (quello sì!) di uomini e donne che sacrificano la propria famiglia e gli affetti più cari, si riesce a far fronte a quello che succede per strada o negli uffici? Perché, forse, qualcuno dimentica che se un carabiniere ha effettuato 20-30 ore di straordinario, vuol dire che la sua famiglia, la sua vita, i suoi affetti, lo hanno “perso” per lo stesso numero di ore a fronte di una contribuzione ben inferiore a quella della signora delle pulizie (che altri si possono permettere), ben inferiore anche a quella della babysitter che deve tenerti i figli, perché nel frattempo c’è la “necessità”, è nata una “esigenza improvvisa” e non si può smontare. Non è possibile, infatti, che nessuno lo sappia. Tutti sappiamo bene queste cose, ma affrontare i problemi di petto, tenere in mano “la patate bollente” è scomodo. Meglio “disporre” a discapito degli operai. Già, perché visto che ci troviamo a riflettere, continuiamo a chiederci: ma è possibile che nessuno sappia che gli operai generici medi (parliamo di Carabinieri, Appuntati, Brigadieri e Marescialli addetti), quelli che non godono delle 54 – 55 ore fisse di straordinario, alla fine, magari hanno effettuato, forse 10 ore oltre il monte ore? E di cosa stiamo parlando? Delle briciole? Facciamo la guerra dei poveri ai più poveri? Vogliamo ragionare sul “monte ore”, invece? Chi è che incide realmente sul monte ore? Il Maresciallo che alla fine redige e prepara gli atti? Il Carabiniere che va e viene, accompagna, prende, vigila, controlla, piantona, perquisisce e presiede? Ma possibile che nessuno sappia che la sfrenata dirigentalizzazione (di cui abbiamo parlato decine di volte) non ha fatto altro che mettere ufficiali su ufficiali, dirigenti su dirigenti, anche superiori, a ricoprire i ruoli che prima erano occupati da Marescialli? Con quale risultato? Che il Maresciallo serve sempre e comunque, ma adesso la coperta che è sempre più corta, deve coprire un po’ da tutte le parti. Vogliamo riflettere sul rapporto numero degli ufficiali rispetto al numero dei “graduati”. Con tutti questi dirigenti, chi è che deve guidare la macchina? (non solo in senso lato, anche materialmente!) Un Provinciale, un tempo non troppo lontano, aveva uno ed uno solo Tenente Colonnello che lo comandava! Adesso vi è un colonnello “a tre botte”, (da qualche parte anche un Generale!) ed almeno tre o quattro tenenti colonnelli! Qual è il risultato aritmetico, anche in tema di straordinario? Ma possibile che nessuno si sia mai accorto che durante i periodi ferie o di vacanza, anche quando la presenza mensile si riduce ad una settimana/dieci giorni di presenza effettiva, il comandante di ogni ordine e grado che “gode” del proprio monte ore di 54 ore, riesce comunque a farle tutte? (e chi se le perde?!) E il problema sarebbero i Carabinieri che su quelle misere 6/7 euro l’ora, a fronte di 15-20 ore al mese, magari ci pagano la benzina per viaggiare o fanno fronte ad una piccola spesa familiare improvvisa? Il problema sarebbe il numero delle ore non retribuite che a fine anno paga la prefettura? Aumentate gli organici, riduce i dirigenti ed assumete più operai e già sarebbe un buon inizio! Forse (e senza forse), quella circolare avrebbe dovuto fermarsi a “livello ufficiale” e non a livello comando stazione. Forse (e senza forse) quella circolare avrebbe dovuto chiedere contezza, caso per caso, su chi sistematicamente “sfora” e di quanto, dove, in quale reparto, sul perché accade sempre agli stessi. Ci chiediamo, quindi, come mai il monte non è ripartito equamente? Quando si sfora il monte ore, per quale motivo le ore eccedenti sono “decurtate” arbitrariamente e non in parte uguale per tutti? Secondo quale criterio? Quello arbitrario del Comandante o è forse stabilito da quale circolare? Come mai ogni mese ci sono persone che raggiungono numeri da capogiro? Nessuno si preoccupa dell’esaurimento psicofisico che potrebbe portare a chi lavora 10-12 ore al giorno e per più giorni consecutivi? Per quale motivo ci sono uomini e donne che devono ancora godere la licenza di due anni indietro? Però, stranamente, arriva la circolare sulla MOS che toglie “comunque” i 30 minuti per il pranzo per il riequilibrio mentale. Tuttavia, se lavori 12 ore al giorno per un mese, non c’è problema! Abbiamo numeri sulle separazioni e divorzi che sono impressionanti, che potrebbero essere causate anche dall’assenza familiare prolungata, dall’impossibilità di vivere una vita normale, regolare e organizzata a causa di una persistenza condizione “stra-ordinaria”. I problemi legati alla remunerazione dell’eccesso di straordinario non possono prescindere da una serie di cause e concause! Non si può guardare esclusivamente all’incidenza economica. Dietro numeri e cifre ci sono uomini e donne. Lo abbiamo sempre detto e lo ribadiremo sempre! Perché non viene stabilita – magari con una circolare – una soglia massima, una sorta di “umana sopportazione limite” dell’orario lavorativo (giornaliero e settimanale) che un militare può effettuare, tenendo conto anche del lavoro straordinario? Forse, in questo modo, si porrebbe seriamente un limite anche se, rimaniamo sempre dell’idea che i veri problemi li conosciamo tutti, le vere storture sono bene note e si conoscono anche i livelli presso quali si annidano. Analizziamo “caso per caso”, verifichiamo le costanti ed i soggetti interessati ed applichiamo i correttivi ad hoc. Ma tutti sappiamo bene che è più facile applicare “tagli lineari”, disposizioni “generali” che alla fine, dovrebbero interessare tutti, ma finiscono per non coinvolgere nello specifico i veri destinatari e quindi nessuno. O meglio, come da buona tradizione italiana, colpiscono sempre i soliti noti, gli ultimi, gli anelli deboli della catena.

Il SIM CARABINIERI si oppone a qualunque generalizzazione sui problemi seri che riguardano il personale e chiede che l’annosa questione dello straordinario e di conseguenze l’impiego, le ore lavorative massime giornaliere/settimanali, il monte ore, le divisioni, tagli, recuperi, ripartizioni e “riporti a fine anno”, sia seriamente discussa e le soluzioni condivise.

Il SIM CARABINIERI sarà presente come attore principale nella fase contrattuale del TRIENNIO 2022/24 e metterà in primo piano il valore dell’ora straordinaria che oggi più che mai non può essere similare dell’ordinaria, ma bensì rispecchi quel valore che dia dignità e rispetto ripagando a chi costretto dal dovere si trova nelle condizioni di dover rinunciare a quel diritto non disponibile di cui all’art.36 della Costituzione, così auspicando l’abbattimento di un sistema rende il personale obbligatoriamente “schiavo dell’amministrazione”, con il conseguente eccessivo sovraccarico di ore straordinarie per sopperire alle deficienze organiche, oggi colmate in parte solamente grazie al prezioso contributo, con l’operazione strade sicure, delle Forze Armate, che ben in altre attività oggi più che mai dovrebbero essere impiegate e che nessuno oggi sognerebbe di mettere a recupero quelle ore garantite da contratto.

In merito abbiamo tanto da dire. Il Sindacato è una risorsa a disposizione di tutti, per il bene di tutti.

PS. Adesso, il sindacato è anche Legge!

 

SIM CARABINIERI

Segreteria Nazionale

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