Ritardi nelle promozioni: servono attenzione e rispetto
Roma. Il SIM Carabinieri ha ricevuto numerose segnalazioni da parte di colleghi del 5° Corso R.S.E., che manifestano un profondo senso di amarezza e delusione. Nonostante abbiano superato tutte le prove concorsuali, frequentato la Scuola Ufficiali e conseguito l’idoneità al grado di Capitano, non hanno potuto indossare il nuovo grado né celebrare con le proprie famiglie un traguardo tanto atteso quanto meritato. Alcuni di loro, dopo 38 o 39 anni di servizio, hanno raggiunto il limite di età previsto per il congedo senza aver mai ricevuto il formale riconoscimento del grado, lasciando l’Arma da pensionati e non da Capitani. Gli altri ufficiali dello stesso corso attendono da quasi un anno la promozione, in forte contrasto con quanto avvenuto per colleghi dei ruoli normali e forestali, che hanno già ricevuto i relativi decreti. Ricordiamo che quello del Carabiniere è un lavoro che richiede sacrificio, senso del dovere, assunzione di responsabilità e, non di rado, esposizione a rischi personali. In questo contesto, il riconoscimento tempestivo di un grado rappresenta non solo un atto dovuto, ma anche una forma fondamentale di giustizia morale e professionale. Ritardi o negazioni in tal senso compromettono il benessere lavorativo, alimentano frustrazione e minano la motivazione. Il SIM Carabinieri si impegna a monitorare con attenzione l’iter delle promozioni e, se necessario, valuterà iniziative a tutela dei colleghi che stanno subendo questi ingiustificati ritardi. Auspichiamo che il Comando Generale voglia intervenire con prontezza per ristabilire equità e rispetto nei confronti di chi ha servito con onore e dedizione fino all’ultimo giorno. Come sempre, riteniamo fondamentale dar voce a tutte le testimonianze. Per questo, alleghiamo a questa nota la lettera aperta scritta da un collega, in cui traspare tutta la sua amarezza per non aver potuto indossare in servizio il grado di Capitano.
SIM CARABINIERI