14 Maggio 2024
EditorialiNews

Caro collega…

…che tu ne sia consapevole o meno, grazie anche al tuo contributo, stiamo facendo realmente la storia. Il SIM Carabinieri è precursore di un sogno che prende sempre più forma e concretezza. L’utopia del sindacato ha cominciato muovere i suoi passi grazie alla storica sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo del 2 ottobre 2014 ed alla successiva sentenza n. 120 del 2018 della Corte Costituzionale Italia, nel recepire l’orientamento europeo, sebbene già nel 1999 avesse sancito il diritto di “iscriversi o permanere associati ad organizzazioni sindacali”.
Il cammino è stato lungo e tortuoso ed anche l’attuale legge “Corda” non corrisponde affatto alle nostre aspettative, non garantisce il diritto di sindacato dei cittadini con le stellette e, al di là del mero spot elettorale, ci ha restituito uno scialacquato maquillage della vecchia rappresentanza, senza consentirci neanche lontanamente la metà dei diritti dei sindacati di polizia ad ordinamento civile. Una legge che lega le mani, imbavaglia la bocca e forse vorrebbe anche chiudere gli occhi!
Sono tanti, troppi i suicidi che squarciano l’assordante silenzio di chi non ascolta il nostro disagio, di chi non vuole capire i nostri problemi, di chi preferisce mettere la polvere sotto il tappeto. Osservatori, commissioni, centri di studio: 69 suicidi nel 2019, oltre 40 in questo anno e siamo ancora ad ottobre.
C’è troppa distanza tra il palazzo e l’operatore su strada, lasciato a sé stesso, senza tutele giuridiche, carico di un peso psicologico che avverte costantemente, impossibilitato a lavorare serenamente con il solo strumento delle armi in dotazione e paradossalmente in assenza dei mezzi idonei (taser, bodycam, uniformi agevoli, mezzi di protezione idonei), timore di una legislazione eccessivamente protesa verso chi commette un illecito ed inclemente nei confronti di chi opera.
Chi delinque ha sempre un però, ha sempre un perché, trova un modo per non vedere neanche lontanamente il carcere e quando lo vede, lo vive a porte aperte e innescando anche rivolte, a danno degli operatori delle stesse strutture.
Noi operatori abbiamo solo aggravanti alla nostra condizione: “non poteva non saperlo, era tenuto a farlo, avrebbe dovuto capirlo, doveva dare l’esempio”. Abbiamo parlato della mancanza di regole certe “di ingaggio” norme di comportamento non operative (ne abbiamo fin troppe!) ma giuridiche, di tutela nei confronti di chi opera così che con serenità e certezza possa intervenire secondo protocolli a sua tutela, senza dover subire la gogna mediatica, le lungaggini di processi penali “per atto dovuto” mentre la famiglia, la carriera ed il lavoro vanno a rotoli, in assenza di una adeguata tutela penale.
Dopo i corsi di formazione non ci sono più aggiornamenti professionali: tutto è lasciato alla buona volontà e alle risorse economiche dell’operatore, a scapito di efficienza, competenza e preparazione. Saremo i nuovi poveri del futuro perché le proiezioni pensionistiche fanno paura, l’età pensionistica si allunga ed il sistema contributivo puro ci porterà a pensioni di fame! Abbiamo chiesto e continueremo a chiedere la pensione integrativa complementare strutturata all’interno dell’Arma stessa, con una piccola contribuzione individuale che consentirà, negli anni e con l’aiuto delle nuove leve, la possibilità di avere una piccola integrazione alla nostra futura pensione “da fame”.
Ma anche questo, ad oggi, ci è stato negato!
Il riordino delle carriere ed i successivi correttivi non hanno realmente premiato la meritocrazia, la preparazione, la competenza anzi hanno appiattito verso il basso i pochi incarichi di comando rimasti.
Per tutti questi motivi, di fronte all’indifferenza di chi dovrebbe rappresentarti e tutelarti, curare i tuoi interessi, metterti nelle migliori condizioni di operare, unitamente alle altre forze di polizia e del soccorso pubblico, per la prima volta nella storia della nostra democrazia, noi del SIM Carabinieri scenderemo in piazza per esprimere quello che la Costituzione ci ha permesso:  “il nostro pensiero”.
Il SIM Carabinieri ti ringrazia perché anche tu, con il tuo contributo, renderai possibile il sogno di un Sindacato degno di questo nome, nell’interesse dei cittadini in uniforme e di tutti gli italiani.

SIM CARABINIERI

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