14 Maggio 2024
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Pillole di previdenza: sviluppo dei fondi pensione

Oggi il nostro Presidente Giuseppe Bonadonna ed il nostro consulente Prof. Francesco Vallacqua (Direttore Generale Fondo Pensione Professori Ordinari e Dirigenti Università L. Bocconi, Academic fellow di Economia e gestione delle assicurazioni vita e fondi pensione Univ. L. Bocconi), affronteranno delle importanti valutazioni in materia previdenziale.

ANTONIO SERPI 

Segretario Generale Nazionale SIM CARABINIERI

 

Il Presidente: Cosa ne pensa della situazione previdenziale italiana e cosa occorrerebbe secondo lei per un effettivo sviluppo dei fondi pensione?

Il Professore: secondo me occorre ragionare su almeno 3 aspetti:

-quello della consapevolezza e della conoscenza
-quello della vigilanza
-quello del quadro normativo

Circa il primo aspetto la mia esperienza mi induce a pensare che l’appeal a costruire una pensione complementare dipende innanzitutto da quanto si conosce lo strumento a disposizione e la propria situazione pensionistica. Da questo punto di vista si tenta da molto tempo di diffondere le informazioni previdenziali tra i lavoratori con iniziative anche a livello istituzionale.
La mia sensazione, ogni volta che parlo con un lavoratore o uno studente universitario, è che sia scarsamente informato o informato in maniera molto generica. Noto inoltre una forte diffidenza nei confronti dei fondi pensione che nasce nella maggior parte dei casi dal fatto che li si assimila ai prodotti finanziari tradizionali e non si abbia la benché minima idea della mole di controlli che ne fa degli strumenti molto sicuri oltre che con ottimi rendimenti in media superiori a quelli del TFR. Aggiungo poi che molte volte mi capita di avere a che fare con soggetti che sostengono di avere già un fondo pensione ma in realtà hanno sottoscritto prodotti che non sono tali.

Il Presidente: cosa fare?

Il Professore: spesso a livello politico ci si scontra sulle questioni pensionistiche ma forse, se i cittadini conoscessero meglio le regole e le diverse proposte dei partiti politici, queste risulterebbero maggiormente valutabili. Da questo punto di vista ritengo che la politica dovrebbe farsi promotrice di rendere obbligatoria, all’atto dell’assunzione di un lavoratore, una informativa sulla situazione pensionistica così come avviene per i corsi in materia di sicurezza sul lavoro. Qui infatti parliamo di sicurezza previdenziale se vogliamo essere chiari. In sostanza questo consentirebbe di raggiungere tutti i lavoratori. Certo occorrerebbe ponderare bene il taglio delle informazioni da dare per renderle fruibili ma ciò impatterebbe anche sull’effettivo principio di concorrenza tra prodotti. C’è vera concorrenza se i destinatari delle celte pensionistiche sono in grado di effettuare scelte consapevoli, ma a sua volta per effettuare scelte consapevoli occorrono informazioni chiare precise e concordanti, con regole date dal legislatore. In sintesi dunque presentare un progetto di legge sulla formazione previdenziale sui posti di lavoro sarebbe una la svolta per questo Paese.
Circa il secondo aspetto bisogna partire da un punto fermo e cioè che l’attuale vigilanza sui fondi pensione affidata alla Covip a mio avviso ha funzionato bene.
Nonostante tutte le crisi finanziarie dal 2001 in media il sistema dei fondi pensione italiano è stato quello che ha retto meglio e ha tutelato i lavoratori grazie anche alle regole di trasparenza e sana e prudente gestione poste in atto dalla Autorità.
Circa il terzo aspetto in ottica di analisi economica del diritto, la preoccupazione di chi parla è quella che il legislatore ponderi gli effetti delle modifiche legislative prima di metterle in campo. Cioè occorre valutare se l’introduzione di nuove regole in un contesto “in movimento” non rischi di creare più problemi di quanti se ne vogliano risolvere. L’assenza di uno stabile sistema normativo è il principale motivo che impedisce agli operatori di agire con la necessaria tranquillità, posto che il retroterra della disciplina è costituito da attività che si svolgono nel lungo-medio periodo e che richiedono una programmazione analoga. Da questo punto di vista i fondi pensione andrebbero sicuramente esclusi da eventuali modifiche peggiorative della attuale fiscalità.

Il Presidente del SIM CARABINIERI
Dott. Giuseppe Bonadonna

Il Consulente Tecnico del SIM CARABINIERI
Prof. Francesco Vallacqua

 

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