5 Ottobre 2024
CoronavirusEditoriali

“L’Arma della fedeltà immobile e dell’abnegazione silenziosa”

Roma – Ormai è da circa un mese che la Nazione è caduta nell’abisso del coronavirus. In questa assurda realtà, che ha superato anche la più fervida sceneggiatura cinematografica, il popolo italiano sta cercando di reagire adattandosi il più possibile a ciò che mai e poi mai nessuno si sarebbe augurato di vivere.
Le nostre abitudini sono cambiate. Tutto è mutato e, forse, questa cicatrice cambierà le nostre future vite, inevitabilmente.
In tutto questo bailamme ci sono i Carabinieri che vegliano sul popolo italiano. Noi del SIM Carabinieri a questo punto ci chiediamo: noi Carabinieri siamo cambiati?
Rispondendo istintivamente si potrebbe dire di sì, perché ogni mattina appena entrati in caserma ci misurano la temperatura, indossiamo mascherine e guanti, gli orari di apertura delle caserme sono mutati così come quelli interni. Ci si alterna, un collega è di servizio al mattino e l’altro al pomeriggio o, addirittura, un giorno intero ne è presente uno e il giorno dopo l’altro. Perché giustamente bisogna evitare il contaggio. La vita di caserma non è più di guarnigione. Ci si saluta da lontano. Non ci si abbraccia più. Le riunioni sono in video conferenza. Tutto questo farebbe pensare che anche l’Arma dei Carabinieri sia cambiata. E, invece, non è così, perché i nostri Carabinieri sono tra la gente, vicini a tutti quelli che hanno bisogno. Portano anche da mangiare a chi non può uscire di casa in virtù delle attuali restrizioni. Pattugliano le vie cittadine e controllano chi è arbitrariamente in circolazione. Continuano ad indagare sulle mafie, perché in questi giorni esse, approfittando della situazione, arricchiscono il loro potere e soprattutto il controllo del territorio. I Carabinieri in prima linea hanno moltiplicato i loro sforzi, poiché inevitabilmente ci sono state delle defezioni tra loro ma, comunque, continuano a fare arresti, colluttazioni con balordi e cercano i truffatori che entrano nelle case degli ignari inquilini con la scusa di un controllo per il virus.
Noi Carabinieri non cambiamo la nostra Essenza; siamo sempre quelli che i cittadini amano, perché ci siamo sempre e comunque. Il Poeta D’Annunzio scrisse di noi Carabinieri: ” l’Arma della fedeltà immobile e dell’abnegazione silenziosa; l’Arma che nel folto della battaglia e di qua dalla battaglia, nella trincea e nella strada, nella città distrutta e nel camminamento sconvolto, nel rischio repentino e nel pericolo durevole, dà ogni giorno eguali prove di valore tanto più gloriosa quanto più avara le è la gloria“.
Ebbene, questo nostro immutabile DNA porta in dote anche situazioni infelici per noi Carabinieri infatti, ad oggi, si contano centinaia di colleghi positivi e purtroppo anche quattro deceduti, le cui storie si sono intrecciate intono al famigerato Covid-19. Li vogliamo qui ricordare uno ad uno, rendendogli il giusto onore: il Luogotenente Carica Speciale Mario D’Orfeo, 55 anni, Comandante della Stazione di Villanova d’Asti; il Maresciallo Maggiore Fabrizio Gelmini, 58enne, addetto alla Stazione di Pisogne (BS); il Maresciallo Maggiore Massimiliano Maggi, 53enne addetto alla Stazione di La Spezia Principale,; l’Appuntato Scelto Q. S. Claudio Polzoni, 47enne, addetto alla Centrale Operativa di Bergamo.
Questi Uomini sono stati fino alla fine protagonisti del servizio, baluardi di speranza a tutela dei cittadini a presidio della loro sicurezza. Le loro famiglie strazziate e spezzate. I colleghi affranti. Il tempo sotto attacco dal coronavirus sembra essersi fermato. Tutti in casa. Ma i Carabinieri  continuano a lottare sul campo. Questi quattro eroi caduti devono essere assolutamente ricordati perché oggi a loro è negato un funerale solenne e, a noi, di salutarli un’ultima volta e rendere onore al loro operato. Quindi, per noi del SIM Carabinieri, corre ancor di più l’obbligo di commemorarli con la speranza che il triste conto si possa fermare a loro quattro e non ad altri Carabinieri. Le loro vite spezzate non devono essere vane.
Pertanto, chiediamo alle Autorità centrali, Ministro della Difesa e al Comandante Generale dei Carabinieri di fornire in maggiore quantità le protezioni previste a ciascun Carabiniere, molti dei quali oggi, a distanza di ben 40 giorni, ne sono sprovvisti.  Un ritardo inammissibile, visto che sulla Gazzetta ufficiale del 31 gennaio era stato decretato la stato d’emergenza nazionale. Inoltre, è anacronistico aver consegnato ai Carabinieri, ma non a tutti, una o due mascherine con qualche guanto tanto per mettere a posto la pratica, così coloro che decidono ai vari livelli non ne risponderanno, un giorno, se qualcuno gli verrà a chiedere contezza di ciò che è stato fatto o meno. I ritardi sono sotto gli occhi di tutti. Non basta! Non basta: è questo il grido di dolore che giunge dalla trincea in cui i Carabinieri stanno combattendo. Signori che decidete ai vari livelli, bisogna moltiplicare gli sforzi soprattutto quelli economici. È giunta l’ora. Le chiacchiere non servono. Abbiamo morti e positivi e, a tal proposito, ci chiediamo ancora perché non si effettuino tamponi a tappeto a tutti i Carabinieri, così da poter isolare i positivi. I restanti Carabinieri di certo moltiplicherebbero ulteriormente i loro sforzi ma almeno si opererebbe con maggior serenità psicologica. Questo ed altro, per cui il SIM Carabinieri dall’inizio si è fatto promotore, potrebbe essere un giusto intervento del nostro Ministro della Difesa e del Comandante Generale. Al riguardo, si chieda al Ministro della Salute. È notizia pubblica poi, che i tamponi a tappeto siano stati effettuati, tra l’altro da settimane, a politici, giocatori di calcio ed altre importanti personalità. Perché a noi Carabinieri  no?
Il tempo passa, la Santa Pasqua è vicina e non vogliamo altre croci da portare! Vogliamo al più presto la resurrezione dell’Italia. Ciò è possibile se a livello centrale si moltiplicano gli sforzi e soprattutto le decisioni che devono essere più celeri ed efficaci. Lo dobbiamo a Mario, Fabrizio, Massimiliano e Claudio, ai quali porgiamo inchinandoci il nostro saluto, ma non l’ultimo, perché noi del SIM Carabinieri li ricorderemo in ogni circostanza, nonché lo dobbiamo alle loro famiglie a cui inviamo il nostro profondo cordoglio.
Viva l’Arma dei Carabinieri e Viva l’Italia.

 

SIM CARABINIERI

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