14 Maggio 2024
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Proposta per la tutela del personale proveniente dal Corpo Forestale dello Stato che ha assunto lo status di militare.

Questa Associazione Professionale tra Militari a Carattere Sindacale (APMCS), dopo aver preso visione del comunicato in oggetto   – col quale, nelle more del deposito della sentenza, la Consulta ha dichiarato infondate le questioni sollevate dai TAR Abruzzo, Veneto e Molise, giudicando, testualmente, la legge delega (124/15) ed il decreto delegato (177/16) <<… frutto di un bilanciamento non irragionevole tra le esigenze di riorganizzazione … e quelle di salvaguardia delle posizioni del personale …>> –   ritiene opportuno offrire alla S.V. un contributo di idee per offrire un’onorevole soluzione ai problemi del personale militare interessato.

Orbene, senza entrare nel merito né delle ragioni delle parti, né   – men che mai –   delle motivazioni (peraltro per ora ancora ignote) di tale decisione, è comunque evidente che, a tutt’oggi, tra i militari dei ruoli forestali ve n’è qualche migliaio che giustamente ritiene percorrere altre strade in alternativa all’Arma dei Carabinieri, ed è evidente che ciò non può non avere riflessi fortemente negativi non tanto sull’impegno e sulla dedizione che costoro pongono nello svolgimento del loro servizio, ma quanto sulle ripercussioni psicofisiche morali del personale e, a cascata, anche delle loro famiglie.

Sulla scorta di ciò, si crede giusto proporre sin d’ora alla S.V. di attuare un intervento, necessariamente sul piano normativo, che doverosamente – prima ancora che opportunamente – consenta, una tantum, a tutti coloro i quali preferiscono tornare ad assumere lo status civile di poterlo fare, consentendo all’Istituzione di sostituirli con nuovi militari ed a costoro di recuperare il benessere psicofisico perso. E più in generale, per quanto nelle Sue possibilità, una mobilità riconosciuta per tutti gli ex CFS ivi compresi coloro i quali sono stati estromessi dal Comparto Sicurezza, magari emendando il prossimo Decreto Sicurezza ed Immigrazione o con ogni altra forma legislativa da Ella ritenuta opportuna.

Ciò pare il minimo che lo Stato debba a tali suoi Servitori, dopo la riforma (su cui ci si astiene da commenti) realizzata passando sopra ad ogni loro sia pur minima e legittima aspettativa.

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